La persona
è al centro
di tutto.

 

Il nostro metodo

Possiamo definire il nostro metodo solo a partire “dal metodo”. Con tale affermazione non intendiamo ribadire in modo sterile un concetto, ma riferirci al significato più profondo del termine, considerandolo in tutte le sue componenti.
L’etimologia della parola “metodo” (lat. mèthodus, gr methodòs) corrisponde infatti alla via o al modo dell’investigazione, e può essere ancor meglio specificato “…nel modo ordinato e conforme a certi principi di operare per ottenere uno scopo”.

I professionisti, che costituiscono le équipe dei nostri servizi, quindi, sono orientati da un’etica (espressa nella carta dei valori) che li caratterizza significativamente, “un modo comune di stare con le persone” che è visibile in ogni offerta dell’Associazione e della Cooperativa, ovvero nelle comunità, nei gruppi, nelle attività lavorative.

Da quasi 40 anni accogliamo emarginati, tossicodipendenti, e abbiamo appreso che il disagio può manifestarsi in diverse forme. Sappiamo però che esiste un “ceppo comune” nel dolore, una storia che ognuno di noi può riconoscere perché l’ha osservata da vicino, e in cui ognuno può riconoscersi perché l’ha vissuta in prima persona.
Con questi presupposti i nostri operatori “approcciano alla sofferenza in maniera universale”, mantenendo il pieno rispetto delle differenze e delle sensibilità di chi la esprime.
Il concetto di “universalità” costituisce un principio cardine, che trova realizzazione:

  • nella costituzione delle nostre équipe: persone e professionisti che arrivano da percorsi diversi, siano essi formativi o di vita, e che sono accumunati da un’alta empatia, comprovata esperienza e competenza (utilizzo di tecniche e protocolli evidence-based), coerenza, trasparenza, flessibilità;
  • nel favorire una “responsabilità della presa in carico”: aspetto che porta gli operatori, seppur nelle differenti funzioni, a interessarsi delle persone accolte in modo esaustivo. Consideriamo pertanto indispensabile, per tutti, conoscere da vicino la storia dei nostri ospiti, le loro effettive risorse e limiti, le esperienze di vita, le problematiche (di salute, psichiche, relazionali, legali, finanziarie, ecc.), la rete degli affetti;
  • nell’incoraggiare, ove risulti utile, la condivisione e il confronto tra le persone che vengono ospitate nei diversi servizi.

Seguendo la definizione di metodo e arrivando a definire gli obiettivi di lavoro, riteniamo inoltre fondamentale “porre ogni persona, e la sua realizzazione, al centro” di ogni nostra ipotesi di intervento, proposta e azione, rendendola attivamente responsabile del proprio percorso di cura e/o riabilitazione. Promuoviamo un protagonismo nelle scelte di vita fuori da ogni dipendenza, sostenendo le persone, e le loro famiglie, nelle fragilità, nei momenti di crescita, di trasformazione o di crisi, favorendo opportunità, creando occasioni per sperimentare e progettare. Nessun cambiamento può essere possibile senza:

  • la creazione di un’alleanza terapeutica costruita su empatia, ascolto reciproco e fiducia, ma anche sulla condivisione di intenti e sul riscontro di impegni, e di raggiungimenti, che devono essere concreti e tangibili;
  • un intervento che sia anche allargato al contesto affettivo/familiare della persona accolta, un intero “sistema” che deve essere supportato e sostenuto, ma anche accompagnato e orientato in un processo.

Nell’evoluzione dei singoli percorsi, siano essi terapeutici o educativi, le persone attraversano delle tappe ben definite, delle fasi di passaggio che abbiamo scelto di rendere rituali (dando loro visibilità e concretezza) per legittimare o consolidare dei cambiamenti ottenuti.
Nel tempo, però, è anche possibile imbattersi in periodi di crisi, nella scoperta di nuovi (o vecchi) bisogni o progettualità.
Per affrontare questa complessità la nostra organizzazione ha strutturato “un sistema di offerta a moduli interconnessi tra loro”, una vera e propria “sinergia” tra i nostri servizi che ci consente di costruire dei percorsi personalizzati ma anche flessibili, quindi costantemente pronti ad intercettare e cogliere disagi, ma anche ad offrire importanti opportunità.
Ogni persona può “transitare” tra le comunità (per periodi più o meno lunghi a seconda delle necessità), essere seguita dal centro terapeutico durante una residenzialità, partecipare a specifiche proposte nell’uno o nell’altro contesto, sperimentare un tirocinio lavorativo nelle attività della cooperativa, ecc…
In ogni percorso riteniamo però indispensabile che:

  • si consideri il “tempo della presa in carico” come una variabile di primaria rilevanza nella definizione (e nel raggiungimento) di obiettivi. Occorre pertanto poter ascoltare ed analizzare le aspettative ed i desideri delle persone, restituendole loro integrate da valutazioni puntuali e dati di realtà. Noi abbiamo presente che i processi richiedono tempo;
  • venga privilegiato il lavoro di rete con tutti gli stakeholder connessi alla persona. Per questo collaboriamo, strettamente con le famiglie, Enti Pubblici e privati, Tribunali, Amministrazioni Locali, Servizi per le dipendenze, Servizi di tutela minori, Scuole, Imprese e chiunque possa essere utile;
  • sia data rilevanza alla “esperienza concreta ed alla pratica”: dimensioni che portano l’individuo a immaginarsi un futuro con prospettive, che riteniamo si possano realizzare attraverso l’investimento nel lavoro, nella scuola, nella formazione.
    Il sistema Elvetico dell’apprendistato rappresenta il nostro modello di riferimento per il lavoro e la formazione professionale, inoltre prediligiamo il microfinanziamento di attività lavorative al posto dell’aiuto finanziario a fondo perso;
  • si utilizzi il gruppo, “il nostro gruppo” (ovvero l’insieme degli ospiti, degli operatori, delle comunità territoriali in cui sono inseriti i diversi servizi) come principale strumento di lavoro e conoscenza, di cambiamento e di verifica. E’ per questo motivo che spesso proponiamo alle persone una “convivenza allargata”, perché riteniamo che l’integrazione, il riconoscimento delle differenze e la possibilità di apprendere dalle diverse esperienze di vita rappresentino dei valori cardini, un modello a cui riferirsi. Ad esempio, anche nelle attività lavorative promosse dalla Cooperativa cerchiamo di favorire esperienze che consentano l’inserimento di persone provenienti da più servizi (1 ex utente, 1 utente senior della comunità, 1 minore).

AISE si costituisce inizialmente come Associazione e in seguito, al fine di incoraggiare talenti e valorizzare il numeroso patrimonio umano e professionale che abita al suo interno, implementa la propria offerta con l’apertura della Cooperativa Sociale nel 2000.
Nel tempo, la capacità di intercettare nuovi bisogni e dar loro una risposta efficiente ed efficace, così come la continua attenzione a utilizzare al meglio le risorse, ha permesso di aumentare e diversificare i servizi e le aree di intervento.

Ad oggi sono attivi: 1 comunità terapeutica dipendenze, 2 comunità educative per adolescenti, il centro terapeutico per adolescenti e adulti Montevideo 19 e una sede amministrativa.